Rino Maenza nasce a Bisceglie, in Puglia, il 30 aprile 1950.
L’infanzia è presto indelebilmente segnata dalla perdita della vista: Rino si iscrive così alla scuola elementare del Centro Messeni di Rutigliano, in provincia di Bari. Durante l’anno scolastico vive all’interno dell’Istituto: il mattino frequenta le lezioni, durante il pomeriggio svolge le attività integrative, tra cui dattilografia, modellatura e disegno, musica, canto e laboratorio di intreccio.
E’ vivace, ha un animo esuberante e coinvolgente. La direttrice Susanna Mastropierro ne intravede la sensibilità artistica ed esorta la famiglia a sostenere Rino negli studi, consigliando il trasferimento a Bologna, per iscriversi all’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di via Castiglione, e frequentare le scuole medie S. Domenico.
La disabilità, la necessità di studiare in contesti distanti da quello familiare, effettuare trasferimenti e organizzare la vita attraverso un’autonomia difficile e obbligata, sono elementi che incideranno sulla formazione di Rino.
“Ho cominciato così. Sono arrivato a Bologna un giorno di ottobre del 1962, con i miei genitori un po’ preoccupati perché mi stavano portando in un luogo a tutti noi sconosciuto: l’Istituto Cavazza. Per me l’impatto fu abbastanza piacevole: entrati nell’androne dell’Istituto fui avvolto da un profumo di ragù che finiva mai pur non conoscendolo (danno il ragù a un altro profumo) è sembrato immediatamente gradevole soprattutto appetitoso.“
E’ durante la permanenza all’Istituto Cavazza che Rino conoscerà alcune tra le persone con cui condividerà idee e progetti, tra cui Luciano Nicolini, con il quale condividerà nel 1976 la fondazione, insieme ad altri soci, degli studi di registrazione Fonoprint.
E’ sempre al Cavazza che Rino si appassiona agli strumenti a fiato: inizialmente il clarinetto, per poi privilegiare il sassofono. Sempre Luciano Nicolini ricorda come spesso gli chiedessero di esercitarsi in cantina, soprattutto quando iniziò a sperimentare il free jazz.
Le prime scintille dell’estro di Rino si sprigionano durante la frequenza al Liceo Ginnasio Statale Luigi Galvani, attraverso l’organizzazione di feste, concorsi e l’attività nella redazione del giornale scolastico “La rana”: emerge l’opposizione alla gabbia in cui la disabilità avrebbe potuto rinchiuderlo, più che concreta nell’organizzazione del concorso fotografico “Natale, Inverno“.
“L’Organismo Rappresentativo, di cui ero incaricato alle mostre, mi autorizzò alla presentazione del mio programma, ad organizzare nell’interno del nostro Istituto del concorso fotografico e di pittura, cui partecipassero gli alunni del «Galvani».
“L’apprezzabile iniziativa ottenne immediatamente il consenso del signor Preside Prof. Campanelli, il quale mi diede facoltà di redigere il tutto.
Pensai, per fare un esperimento, di imporre un tema ai partecipanti, e siccome il concorso – per ragioni organizzative – doveva concludersi entro Pasqua, il che scelsi fu il seguente: «Natale, Inverno».
Una volta redatto il regolamento del concorso (secondo il quale ogni concorrente doveva pagare all’iscrizione la somma di L. 200, e sarebbe risultata vincitrice l’opera che avesse ottenuto il maggior numero di suffragi espressi dai visitatori), il 7 dicembre fu data dal signor Preside la comunicazione ufficiale per radio. Fu fissato, come termine ultimo per la presentazione delle opere, il 31 gennaio.
Entro quella data ci pervennero 25 opere. “
Rino pubblica articoli firmati con il proprio nome o con lo pseudonimo Giovanni Dimolf.
Leggi l’articolo scritto da Rino nell’anno scolastico 1966-67, in occasione del “Gran Galvani Show“, e la recensione “IL TESTAMENTO. Fabrizio ci dice una verità“.
A fianco, è riportato il giudizio di maturità di Rino:
“Ha conseguito un ottimo grado di preparazione culturale, non enciclopedica. Si rivela infatti particolarmente versato per le scienze umane e sociali, nell equali trova la massima espansone la sua personalità”.
La fotografia riporta la Dichiarazione di Riforma che Rino ricevette nel 1969 rispetto alla Leva Militare, per “cecità bilaterale”.
L’amore per la musica è già vivo ed espresso dalla passione per il sassofono e per la fisarmonica, che già suonava dalle scuole medie.
Negli scatti che seguono, Rino ritratto in alcuni concerti jazz tra il 1972 e il 1974.
Di seguito sono invece riportate alcune locandine dei concerti realizzati nella primavera del 1972, presso il Club 37, il Circolo “Cesare Pavese” e la sede dell’Università John Hopkins.
Nel maggio del 1974 Rino partecipa all’evento “Musica/Realtà“, insieme al complesso musicale Free Group: il calendario della manifestazione comprende anche interventi del maestro Claudio Abbado, del compositore Giacomo Manzoni e del critico Francesco Degrada.
Ascolta una rara registrazione del Free Group al Teatro San Leonardo di Bologna, durante in concerto nel quale Rino si esibisce al sax tenore. La testimonianza è stata restaurata e masterizzata dall’originale catturazione ambientale su due tracce, effettuata con un registratore Geloso.
Rino terminerà la propria esperienza con il gruppo nello stesso anno, non partecipando al Jazz Festival nel quale il Free Group si esibì, proprio negli stessi giorni in cui lavorava alla prima trasmissione FM libera dal Colle dell’Osservanza.
Iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, consegue la laurea con una tesi in Diritto Costituzionale su “Stampa, Radio e Televisione: Libertà d’informazione“, nell’anno 1974/75.
Già nel 1975, Rino inizia l’attività professionale in ambito legale, che non sarà mai vincolante rispetto a tutte le iniziative qui descritte.
Le attività di Rino comprendono molti ambiti, tra cui l’impegno politico nella Federazione Giovanile del Partito Socialista. Già nel 1972 scrive sul periodico “Rivoluzione socialista“, è Direttore de “La Squilla”, giornale e organo del socialismo bolognese, che lui stesso promuove insieme ad altri giovani socialisti. La passione politica si esprimerà sempre in più ruoli comunicativi, rappresentativi e istituzionali.
L’articolo a sinistra richiama una registrazione che Rino effettuò nel 1974, relativa ad un’intervista che realizzò con Giorgio Gaber, durante la quale si parlò del divorzio. Il tema era particolarmente caldo, in funzione del referendum che il 12 maggio dello stesso anno aveva chiesto agli italiani se abrogare la legge Fortuna-Baslini del 1970. In merito allo stesso tema, Rino partecipò nel 2000 ad un convegno presso l’Hotel Holiday Inn di Bologna.
Di seguito due fotografie dell’incontro tra Rino e Sandro Pertini, durante il III Congresso Provinciale della F.G.S.I.
Nel 1976 il Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna lo nomina parte del “Comitato Regionale per il servizio radiotelevisivo” e nel 1977 il Comitato Regionale del Partito Socialista per l’Emilia-Romagna lo sceglie come riferimento nella sezione Cultura, insieme a Nani Tedeschi.
La partecipazione attiva a convegni, congressi, comizi e riunioni, così come l’interesse per la srumentazione audio e video, suggeriscono a Rino di dedicarsi alla registrazione degli eventi, con due finalità: preservare i contenuti esposti e diffonderli, in un periodo nel quale non esistevano i mezzi attuali, a tutti coloro che volessero aggiornarsi su quanto accadeva e veniva discusso.
L’immagine riporta una delle prime registrazioni effettuate da Rino, durante il 39° Congresso Nazionale del PSI a Genova (11 e 12 novembre 1972). Le registrazioni erano realizzate con un registratore Geloso o, successivamente, Revox.
Diversi collaboratori di Rino testimoniano che proprio queste esperienze furono una delle basi sulle quali nacque l’idea iniziale della Fonoprint.
E’ parte della Cooperativa Lavoratori dell’Informazione, con cui realizza, nel novembre del 1974, la prima trasmissione radio libera in Italia, insieme a Roberto Faenza, Mario Bertolini, Elda Ferri, Giorgio Finzi e Pier Luigi Franzoni, da una roulotte sul Colle Dell’Osservanza. Visita la sezione del sito web dedicata all’esperienza.
“Iniziammo a trasmettere nell’autunno 1974 e terminammo il 30 novembre dello stesso anno a mezzanotte, ovvero un minuto dopo che Aldo Moro, Presidente del Consiglio, firmò il primo decreto di riforma della Rai. L’emissione fu totalmente politica proprio per stimolare tale riforma.“
Proprio in relazione all’esperienza radiofonica, nel febbraio del 1975, Rino riceverà una “Denunzia di detenzione di apparato trasmittente con frequenza 100-104 MHz” da parte dell’Amministrazione delle Poste e Telecomunicazioni.
Il suo non è un caso isolato, e sarà parte anche dell’esperienza di Vasco Rossi a Punto Radio, con il quale avrà contatti successivi, rispetto alla Fonoprint e al primo concerto del Blasco in Piazza Maggiore, nel 1979.
Nell’aprile del 1977 partecipa al programma “Non resti fra noi – Lo stato del decentramento radiofonico“, prodotto dalla RAI. Il contatto con la RADIOTELEVISIONE ITALIANA aprirà le porte alle future collaborazioni, che segneranno la carriera di Rino; insieme alle precedenti esperienze menzionate, attesta l’importanza rivestita dal tema inerente la liberalizzazione delle frequenze radiofoniche e televisive, per le quali Rino aveva avuto contatti con Tele Biella.
Nel 1978 è impegnato nell’organizzazione della produzione di “Cuba: all’origine del ritmo”, per la regia e i testi di Paolo Poeti, realizzata dalla RAI TV2 in occasione dell’XI Festival Mondiale della Gioventù e andata in onda in due puntate il 20/09/1978 e il 27/09/1979. E’ la prima produzione alla quale lavora e che determinerà il suo successivo rapporto con la RAI. Tra gli artisti italiani che partecipano al Festival, sono presenti Francesco Guccini, Mauro Pagani, il Canzoniere del Lazio.
Tra le varie registrazioni realizzate nello studio Fonoprint di via Schiavonia, emergono bobine e 45 giri qui esemplificate, che gradualmente saranno sempre più legate al mercato discografico.
Nel 1980 Rino conosce Carmelo Bene, in occasione del “Manfred” in scena al Teatro Comunale di Bologna.
La loro amicizia determina la nascita di un importante impegno professionale, attraverso il quale condividono l’esperienza della Phonè, la realizzazione della “Lectura Dantis” e molte altre produzioni, tra cui la tournèe con Eduardo De Filippo, la Biennale del Teatro del 1989, “Majakowskij, 4 diversi modi di morire in versi“, “Pinocchio“, “Hyperion“.
Nei primi anni ’80 Rino è inoltre attivo nell’esperienza imprenditoriale di Startek, società attiva nell’importazione e diffusione commerciale di strumentazione audio professionale: tra i principali marchi emerge Fostex.
E’ ideatore, produttore e organizzatore indipendente di programmi radiotelevisivi, collaborando prevalentemente con la Rai, per la quale ha realizzato oltre 500 ore di programmazione, principalmente attraverso l’attività svolta con Promedia, Rino Maenza Produzioni e Medianova.
Sfoglia la brochure di presentazione realizzata per il programma “Parlami d’amore Mariù“.
Rino collabora con più registi, tra cui Giancarlo Governi, Vittorio Nevano, Alfredo Cavalieri, Gabriele Cazzola, Leoncarlo Settimelli, Roberto Capanna, William Azzella. Tra i direttori della fotografia spiccano Aldo Di Marcantonio, Franco A. Ferrari, Gian Filippo Corticelli.
L’attenzione alla sensibilizzazione verso le disabilità è un impegno costante nell’attività di Rino: dal palcoscenico del concerto “Canto per la libertà”, in cui Pierangelo Bertoli fa la sua prima apparizione televisiva alla fine degli anni ’70, a HANDY CHANNEL, il progetto di un canale sociale della Rai, l’impegno politico e civile, il libro “Franco Piro. Rivoluzionario Socialista Riformista, Ribelle Sempre” dedicato all’onorevole Franco Piro e realizzato insieme a Mauro Chiarini.
Il 20 febbraio 2018, Rino presenterà il libro all’interno del convegno “Ricordo di Franco Piro“, organizzato dalla Camera dei Deputati, di cui Radio Radicale ha pubblicato la registrazione audio e video.
Partecipa all’evento anche la cantautrice Antonietta Laterza, che nel 1990 aveva partecipato al Cantagiro, presentando la canzone “Splendidi perché”, scritta da Franco Piro e Lia Gheza Fabbri.
L’Associazione di Cultura Politica “Franco Piro” ha pubblicato su Repubblica questa dedica a Rino, in occasione della sua scomparsa:
Per tutti è difficile avere visione.
Rino invece era un visionario naturale. Immediato come il paradosso o la verità nascosta che sapeva portare alla luce con disarmante semplicità. Era insomma l’Altro che vorremmo avere il privilegio di incontrare ogni giorno, che non incontriamo quasi mai, che da oggi non potremo incontrare più.
Ciao Rino, lo spazio che lasci non può essere colmato
Nel 1994 Rino è autore e produttore, insieme a Leoncarlo Settimelli, del videomagazine “Un tocco di classica”, dedicato alla musica lirica, sinfonica e al balletto. La regia è di Alfredo Cavalieri.
Nelle 20 puntate trasmesse su CINQUESTELLE (circuito RTA), il programma si occupa di eventi, novità teatrali e discografiche, tendenze della musica colta, novità e aggiornamenti dai principali enti lirici italiani, teatri, sale da concerto.
La sede di riferimento è Villa Impero a Bologna, la conduttrice è Madelyn Renée, soprano italo-americana alla prima esperienza come conduttrice. Tra gli ospiti spiccano Luciano Pavarotti, Raina Kabainvaska, Placido Domingo, Carla Fracci, Mariella Devia, Ruggero Raimondi, Mirella Freni, Goustav Khun, Luciana Savignano.
La serie ha incluso anche 6 speciali dedicati a Enrico Caruso, Placido Domingo, Montserrat Caballé, José Carreras, il Gran Galà dal Teatro de la Maestranza di Siviglia, la prima televisiva di “Torvaldo e Dorlisca” di Gioachino Rossini, dal Teatro Chiabrera di Savona.
Il format è stato successivamente acquistato da Fuji Television e trasmesso in Giappone.
Tra il 1997 e il 1999 Rino è ideatore dello SportTvplay Victor Eutelsat Award, premio internazionale dei migliori programmi televisivi dedicati allo sport. Le immagini ritraggono il modello realizzato per il premio e la brochure dell’edizione 1998.
L’esperienza politica confluirà nell’adesione a Forza Italia, affiancando Giorgio Guazzaloca durante la campagna per l’elezione a Sindaco di Bologna del 1999, partecipando alle Elezioni Regionali del 2000, divenendo Consigliere del Ministro Sandro Bondi e per la Provincia di Bologna.
Nel 2001 organizza a Bologna le celebrazioni per il 100° anniversario dalla nascita di Gino Cervi, attraverso la pubblicazione di un libro, in collaborazione con Andrea Maioli, la realizzazione di eventi dedicati e del “Premio Cervi 100“, consegnato da Diego Abatantuono a Valentina Cervi.
Gli eventi sono realizzati in collaborazione con il Comune di Bologna, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Raidue trasmette l’omaggio dedicato all’attore e il galà è un successo.
Nel 2002 è nell’organizzazione della prima edizione del programma Rai “Baciami Versilia“, condotto da Carlo Conti e Matilde Brandi in Piazza Mazzini a Viareggio, al quale partecipano molti ospiti e che rappresenterà la prima esperienza di impegno professionale in questa zona tanto amata da Rino.
L’attività televisiva comprende anche la realizzazione di spot, tra i quali emergono quelli realizzati da Marco Pantani per Mercatone Uno.
Nel 2003 infatti, si impegna con il Comune di Camaiore per far rinascere lo storico Teatro dell’Olivo, chiuso da oltre 50 anni. Terminate la ristrutturazione e l’adattamento, Rino presenta alla comunità una programmazione che comprende spettacoli musicali, teatro di prosa e rappresentazioni, tra cui emergono Alessandro Haber, Lella Costa, Franz Campi, Antonella Ruggiero, Ascanio Celestini, Ilio Barontini e molti altri.
Dal 2003 al 2006, Rino è Presidente del Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza.
Paolo Troncon, allora Direttore, condivide con Rino l’esperienza e ricorda così alcune caratteristiche della collaborazione:
“Rino ha portato una nuova visione manageriale. Il rapporto fu positivo e proficuo, attraverso una corretta divisione delle competenze tra due ruoli che spesso possono avere difficoltà di comunicazione.La presenza di Rino è stata significativa, integrandosi perfettamente con la realtà vivace ed innovativa che ha sempre contraddistinto il Conservatorio. Rino usava abitualmente il verbo vedere, facendo affidamento agli altri sensi come se fossero stati i suoi occhi… molto spesso gli occhi non mostrano la realtà delle cose.”
I temi portanti, relativi alla libertà ed alla pace, hanno contraddistinto molti tra i principali passaggi della vita personale, professionale e politica di Rino. Un fondamentale capitolo è sicuramente il “Concerto per la Vita e per la Pace”, trasmesso dal 2001 in mondovisione per 15 edizioni, con fulcro nelle città di Betlemme e Gerusalemme.
Il progetto è pionieristico, considerando le tensioni in atto durante la seconda intifada, le difficoltà organizzative e gestionali per la realizzazione. Il concerto di Betlemme, in particolare, viene proposto dalla Basilica della Natività: l’obiettivo della costituita Associazione per la Vita e per la Pace è contrapporre pacificamente musica e cultura alla violenza degli scontri, per proporre un’alternativa forma di dialogo, alla quale possano contribuire energie esterne a quelle territorialmente coinvolte.
Proprio questo progetto permette a Rino di ottenere, nel 2008, la cittadinanza onoraria dal sindaco di Betlemme e più medaglie di riconoscimento da parte del Capo dello Stato.
Ogni grande esperienza richiamata, e qui riassunta, meriterebbe pagine di descrizione, che per ora abbiamo raccolto in forma schematica, divise per ambiti tematici, così da presentarle nel loro insieme, per poi espanderle: sarebbe improprio ridurle a poche righe.
L’attività professionale, ampia e diversificata, complessa da descrivere e circoscrivere, comprende televisione, teatro, musica ed incarichi esterni all’ambito culturale, così come l’esplorazione di orizzonti sempre nuovi, in relazione alla fervida curiosità, così come alle tante intuizioni che contraddistinguono Rino.
La vita di Rino Maenza è stata ricca di esperienze, eterogenea, aperta alle sperimentazioni e all’ignoto, alla costante ricerca di nuovi orizzonti.
Tra i riconoscimenti ottenuti per il proprio impegno, nel 1996 Rino riceve l’onoreficenza di Grand’Ufficiale e nel 2009 una targa “di sincero apprezzamento” dall’Amministrazione Comunale di Bisceglie.
Rino è stato inserito nel percorso espositivo permanente in Sala della Musica, al secondo piano di Salaborsa, rispetto ad alcune delle sue attività musicali, richiamati il 7 giugno 2024 nell’evento “Bologna, la musica – racconti e suoni di una città”, presentato in Piazza Maggiore da Luca Barbarossa e Paola Maugeri.
Il giornalista Andrea Maioli lo ha descritto così, in un articolo a lui dedicato:
“Era un ‘non vedente’ che ci vedeva benissimo. Vedeva le sfide e le affrontava, sapeva evitare gli ostacoli e superarli con uno scarto veloce. Affrontava così anche il suo handicap: “Vediamoci presto” diceva chiudendo la telefonata e quando lo osservavi lavorare, in politica come nel campo dello spettacolo, mettevi in dubbio la sua ‘cecità’, immaginando che dietro a quegli occhialoni scuri lo sguardo fosse ironico come il suo sorriso, incorniciato dalla folta barba bianca.“
I dati riportati sono in costante aggiornamento, in base alle ricerche effettuate